Giancarlo D’Errico, presidente Anffas Torino, in diretta sul Tgr Piemonte
Argomento dell’intervista: la riapertura dei centri diurni per le persone con disabilità intellettiva
Argomento dell’intervista: la riapertura dei centri diurni per le persone con disabilità intellettiva
Giancarlo D’Errico, presidente di Anffas Torino: “I problemi rimangono gravi, non abbassiamo la guardia. Subito test sierologici per utenti e operatori e risorse per sostenere gli enti erogatori e le famiglie. La riapertura sarà graduale, ma entro settembre i servizi devono essere ripristinati al cento per cento”
Meglio tardi che mai: la Regione Piemonte ha approvato “Il piano territoriale regionale per la riattivazione delle strutture semiresidenziali e delle attività educative territoriali/domiciliari per persone con disabilità e minori con problematiche psico-socio-relazionali”.
La riapertura dei centri diurni per disabili (CDD), che erano stati chiusi con il decreto Cura Italia del 16 marzo, è una battaglia che Giancarlo D’Errico, presidente Anffas Torino, ha portato avanti con grande forza nelle ultime settimane: “Da quando è scoppiata l’emergenza Covid-19, il peso della gestione delle persone con disabilità è stato completamente scaricato sulle famiglie, situazione che non è più sostenibile. Ormai le persone sono tornate a lavorare e la vita pubblica sta riprendendo il suo corso normale: bar e ristoranti sono pieni, i bambini vanno ai centri estivi, si gioca a calcio e si festeggia senza alcun timore. Ora, finalmente, le nostre richieste sono state ascoltate e riaprono i centri diurni per disabili. In un paese che vuole dirsi civile, il pallone non può contare più della disabilità, come purtroppo succede”.
La sicurezza viene prima di tutto: “Bisogna fare i test sierologici a tutti gli utenti e gli operatori, che saranno a carico delle ASL: va bene, ma bisogna agire rapidamente, altrimenti si slitta a settembre” spiega D’Errico.
La riapertura dei CDD sarà comunque progressiva. Secondo le previsioni di Anffas Torino, che gestisce due CDD, nella prima fase sarà possibile accogliere fisicamente al massimo il 50 per cento degli utenti precedenti, a causa dei vincoli e dei costi per la sicurezza. Questo significa, da un lato, che molte delle persone con disabilità intellettiva continueranno a gravare sulle famiglie. Dall’altro, che alle associazioni e alle cooperative mancheranno le risorse per gestire tali centri al livello precedente, visto che la flessibilità non comporterà la riduzione delle spese fisse, delle utenze e del personale.
“Su questo aspetto – prosegue il presidente Anffas Torino – dobbiamo essere chiari. L’inizio sarà graduale, ma l’obiettivo deve essere quello di ripristinare al cento per cento i servizi attivi prima della pandemia, entro settembre. Non è pensabile sostituire il centro diurno con l’assistenza domiciliare, che pure va sostenuta in questa fase transitoria, perché non è la stessa cosa né per la persona con disabilità, né per le famiglie”.
Quanto alla questione economica, servono risorse adeguate perché la riapertura graduale e il rispetto delle norme di sicurezza comporteranno un notevole aumento dei costi, che “non possono ricadere sugli enti erogatori, che sono già ai minimi, né sulle famiglie. Dobbiamo vigilare con attenzione affinché non passi un concetto molto pericoloso: se le famiglie sono state in grado di autogestirsi per questi tre mesi, saranno in grado di autogestirsi anche per i prossimi, fino a stabilizzare la situazione attuale”.
“Tutti argomenti – prosegue D’Errico – che sono emersi e sono stati affrontati nel confronto con la Regione, che concorda con noi sulla necessità di procedere alla sperimentazione, nei prossimi due mesi, di modelli nuovi che siano la base di un nuovo sistema di servizi, e ha ben compreso la necessità di adeguare le risorse, oggi insufficienti, ai nuovi bisogni e modelli”.
La tempistica, visti questi presupposti, non sarà immediata: “Se saremo bravi, ma molto bravi, riapriremo i CDD a metà luglio. Serve l’aiuto di tutti, noi sicuramente non abbasseremo la guardia, continueremo a vigilare e soprattutto a proporre soluzioni concrete”, conclude Giancarlo D’Errico.
La cultura del turismo accessibile ha un nuovo alleato per garantire alle persone con disabilità o con esigenze specifiche un’esperienza di viaggio personalizzata, semplice da organizzare, di qualità e appagante: la startup innovativa a vocazione sociale Cityfriend.
Infatti per rispondere alle esigenze dei turisti con disabilità e bisogni specifici nascono il portale www.cityfriend.it e la nuova figura professionale del facilitatore del turismo accessibile, il Cityfriend, per programmare e vivere esperienze turistiche e vacanze davvero accessibili.
Il progetto promuove la cultura del turismo accessibile con servizi che coinvolgono in modo inclusivo gli operatori della filiera turistica attraverso:
Novità Cityfriend Estate 2020: VACANZE DI CUORE
Cityfriend propone alle famiglie e alle persone con disabilità intellettiva per l’estate 2020 ormai alle porte, soggiorni in 3 località differenti, al mare e in montagna. Questi periodi di vacanza sono pensati per offrire momenti ricreativi in strutture ricettive delle quali Cityfriend ha verificato la qualità del servizio, l’accessibilità e l’ospitalità.
Fondamentale anche in queste esperienze è la presenza fisica in loco del Cityfriend, local guide dedicata all’accoglienza, che si dedicherà in modo privilegiato ai gruppi familiari che prenoteranno le vacanze (massimo 4 famiglie per settimana), offrendo un servizio di supporto qualificato nell’organizzazione delle occasioni di divertimento e svago e nella pianificazione di escursioni ed esperienze.
Dove e quando si svolgono le VACANZE DI CUORE
PIEMONTE
B&B Cascina del Medico – Muzzano (Biella)
Weekend dal 17 al 20 Luglio
Weekend dal 28 al 31 agosto
ABRUZZO
Pineto Beach Village & Camping – Pineto (Teramo)
Settimana dal 25 Luglio al 1 Agosto
Settimana dal 29 agosto al 5 settembre
CAMPANIA
Sunrise Accessible Resort – Spineta (Salerno)
Settimana dal 18 al 25 Luglio
Settimana dal 25 Luglio al 1 Agosto
Perché scegliere le VACANZE DI CUORE
1. PIÙ TEMPO DI QUALITÀ CON UN CITYFRIEND
Quanto è importante la serenità durante una vacanza? Il Cityfriend che accoglie in loco non è solo un punto di riferimento e la persona che accompagna durante le escursioni e i momenti di svago, ma anche colui che ha come unico obiettivo quello di far vivere giorni di meritato divertimento e spensieratezza a tutta la famiglia.
2. LOCAL GUIDE ESPERTE DEL TERRITORIO
Le persone che hanno scelto di essere Cityfriend amano il proprio territorio, lo conoscono e lo vivono nella quotidianità. Custodiscono segreti e curiosità di piccole realtà locali di cui apriranno le porte per far vivere a pieno la dimensione dell’autenticità e della bellezza.
3. PERSONALIZZAZIONE DEL SERVIZIO
Ognuno di noi è unico e irripetibile. Anche nelle specifiche esigenze e necessità. Questo il Cityfriend lo sa bene e saprà relazionarsi al meglio cercando di dare risposte e soluzioni con professionalità, serietà ed empatia.
Oggi riaprono i centri estivi, la prima occasione di socialità e condivisione per i bambini e i ragazzi, in attesa di conoscere tempi e modalità di riapertura delle scuole. Ma qualcuno ha pensato ai bambini e ai ragazzi con disabilità intellettiva, che già hanno sofferto in modo particolare (insieme alle loro famiglie) i mesi del lockdown, in cui sono stati abbandonati a sé stessi, senza centri diurni, spesso esclusi dalla didattica a distanza e senza alcun tipo di assistenza domiciliare?
Il periodo di difficoltà gestionali e le incertezze, ancora attualissime, sulle procedure di sicurezza da adottare hanno ritardato – e in molti casi cancellato – l’organizzazione di soggiorni estivi, al mare o in montagna, che tradizionalmente rappresentavano un’importante occasione per le famiglie con figli disabili.
Sul sito della Regione Piemonte, nella sezione “Covid-19, FAQ su organizzazione e gestione dei Centri estivi”, si legge: “L’inserimento nel centro estivo di un minore disabile deve essere valutato con i servizi che seguono il minore; in tal caso, dovrà essere previsto, oltre agli operatori necessari per ciascun gruppo di minori accolti, almeno un operatore ogni minore disabile accolto e dovranno essere valutate con attenzione in riferimento alla condizione di ciascun minore le attività da proporre, mantenendo adeguati livelli di sicurezza”.
Qualche organizzazione di volontariato si sta impegnando per proporre delle soluzioni. È il caso, per esempio, delle associazioni Disincanto e Rubens, nell’ambito di “R-Estate con Noi 2020”, in programma dal 22 giugno al 4 settembre negli spazi e nelle aree verdi della ludoteca Neverland di via San Marino 22/A (il complesso dei Poveri Vecchi): verranno accolti un massimo di 24 bambini dai 6 agli 11 anni di cui 6 con disabilità, ma – viene specificato – è “apprezzato l’affiancamento di affidatari o educatori”. Nell’arco della giornata verranno proposti laboratori strutturati tenuti da volontari e specialisti, tra cui yoga, pet therapy, cucina, laboratori scientifici, attività ludico-creative, attività e giochi all’aperto. La quota di partecipazione è di 50 euro a bambino, pranzo escluso, ma è “garantita la gratuità per tutti i partecipanti con disabilità”.
Cambiando la prospettiva, sul sito del Forum del Volontariato c’è un elenco con le offerte di stage estivi per giovani educatori che vogliano impegnarsi con associazioni che accolgono (anche) ragazzi e ragazze con disabilità intellettiva: in particolare hanno i “disabili” tra i loro ambiti di impegno Vides Main Onlus, con sede operativa in via Luini 195 e via Fiesole 19 a Torino (3489143295, vides.main@gmail.com), Talitakum di Carignano (349/7836652, talitakum.brillante@gmail.com), VIVERE – Associazione Volontari e Famiglie con figli portatori di Handicap onlus, che opera a Chieri, Pino e Santena (011/9471064, info@associazionevivere.org). Le altre associazioni che organizzano centri estivi di impronta sociale sono A.Gio di Grugliasco, Altro Canto, Amici dell’Educatorio della Provvidenza, Associazione Amece, San Matteo Onlus, ASAI – Associazione animazione interculturale, Oratorio San Luigi, Parrocchia San Giuseppe Cafasso, Scuola dell’infanzia della Confraternita della Santissima Annunziata, Terra di Libertà e Un sogno per tutti.
RACCONTATECI LA VOSTRA ESPERIENZA
A proposito dei centri estivi aperti ai ragazzi e alle ragazze con disabilità intellettiva, chiediamo alle famiglie di raccontarci la loro esperienza:
Per rispondere a queste domande e aggiungere tutto quanto può tornare utile alle altre famiglie e anche alla funzione di rappresentanza svolta da Anffas Torino, scriveteci sulla mail segreteria@anffas.torino.it o sulla pagina Facebook “Anffas Torino”. Facciamo sentire la nostra voce.
Perché devolvere il 5 per mille ad Anffas Torino? Per aiutare in modo concreto, senza alcuna spesa aggiuntiva, l’associazione che rappresenta e sostiene le famiglie di persone con disabilità intellettiva e disturbi del neurosviluppo.
Un aiuto necessario come non mai in questo periodo di difficoltà sanitaria e sociale dovuto al Covid-19: le persone con disabilità sono state “dimenticate” nella fase 1, dobbiamo fare in modo – tutti insieme – che la musica cambi nella fase 2. Bisogna garantire la massima sicurezza nei centri residenziali, riaprire i centri diurni con altrettanta sicurezza, attivare un’adeguata assistenza domiciliare. Bisogna ridefinire i bisogni e i servizi, attivare percorsi di continuità scolastica e di inserimento lavorativo: fondamentale è quindi il sostegno economico alle famiglie, diretto e tramite defiscalizzazione. Serve una rappresentanza forte e ferma sui tavoli politici e amministrativi.
Anffas Torino non si è fermata un solo giorno, in questo suo impegno per aiutare chi vive situazioni di difficoltà rese ancora più aspre dal difficile periodo che stiamo vivendo. Ora anche tu puoi fare la tua parte, destinando ad Anffas Torino la tua quota del 5 per 1000 e invitando tutti i tuoi parenti, amici e semplici conoscenti a fare altrettanto.
Devolvere il 5 per 1000 non costa nulla; si tratta di un importo che lo Stato, invece di incassare, destina a enti non profit e soggetti che svolgono attività di rilevanza sociale.
Ogni contribuente potrà indicare il destinatario del 5 per mille in due modalità:
Basta la tua firma e il nostro codice fiscale 97622570014.
Prudenza è la parola d’ordine adottata da Anffas Torino per quanto riguarda il percorso verso la riapertura della sede di via Bossi 24 a Torino: per garantire un servizio continuativo alle decine di persone che, nei tempi pre coronavirus, si presentavano in sede per chiedere una consulenza, servirebbe una radicale ristrutturazione della struttura, per garantire le condizioni di massima sicurezza sia al personale Anffas che alle persone, agli amici e alle famiglie che si riconoscono nell’associazione.
Mentre sono allo studio le nuove procedure di sicurezza interna che tengano conto di tutte le normative – anch’esse in continua evoluzione – sulla gestione dell’emergenza sanitaria e un regolamento da distribuire alle famiglie, è già stata effettuata la sanificazione della sede e il personale è stato “educato” sulle normative di prevenzione.
Appena possibile, la sede verrà riaperta solo ed esclusivamente su appuntamento, per pratiche non espletabili a distanza (come per esempio le rendicontazioni, che però al momento sono bloccate). Intanto, come nei mesi di lockdown, gli uffici rimangono pienamente operativi. È sempre possibile contattare il personale Anffas chiamando il numero 011-3810723 nei soliti orari, dal lunedì al giovedì dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 17, il venerdì dalle 9 alle 13. Attenzione: nel caso in cui risponda la segreteria telefonica, lasciare nome e recapito, verrete richiamati al più presto.
La presa in carico precoce dei bambini e delle bambine con disturbi dello spettro autistico, ovvero il passaggio dalla diagnosi agli interventi precoci, è un argomento molto delicato, su cui si sta concentrando in questi giorni l’impegno di Anffas Torino. Esiste infatti un generale accordo sul fatto che l’avvio di un intervento fin dalla più tenera età possa migliorare notevolmente la prognosi dei bambini con ADS e la qualità di vita delle loro famiglie.
È cruciale individuare le migliori pratiche per lo screening e la diagnosi di ASD già nelle prime fasi dello sviluppo, e non aspettare i 3/4 anni: da questo punto di vista, molto è stato fatto. Invece, difficoltà molto maggiori riguardano la presa in carico precoce, come spiega Giancarlo D’Errico, presidente Anffas Torino: “La possibilità della diagnosi precoce, che deve essere fatta da enti pubblici, esiste già. Maggiori carenze ci sono, invece, nei servizi pre e post diagnosi: è questa la mancanza cui vogliamo sopperire noi, con professionisti di grande spessore e con il necessario supporto pubblico, per evitare che le famiglie siano obbligate a rivolgersi al settore privato. Tutto questo doveva rientrare nel progetto Circle Life, ma visto il protrarsi dei tempi a causa del Covid-19 – conclude D’Errico – dobbiamo offrire risposte concrete anche al di fuori della struttura di via Nizza dove, a regime, verrà ospitato il centro diurno abilitativo che sarà il cuore del progetto”.
Il progetto CircLe Life, di cui Anffas Torino è capofila, si pone l’ambizioso obiettivo di valorizzare le abilità delle persone con disturbi dello spettro autistico e seguirne la vita a 360 gradi, dalla diagnosi e dagli interventi precoci nei primi anni di vita fino al cosiddetto “dopo di noi”, creando ad hoc un progetto di vita autonomo e indipendente conforme alle capacità e alle aspettative del singolo.
Attraverso lo sport, le persone con disabilità intellettiva e disturbi del neurosviluppo hanno l’opportunità di scoprire nuovi punti di forza, le proprie capacità, e possono mettersi alla prova con successo. Attraverso lo sport trovano gioia, fiducia e soddisfazione, sul campo di gioco e nella vita. È questo il senso degli “Special Olympics”, cui Anffas Torino si impegna da anni. L’ultimo progetto è quello di comprare barche per il canottaggio – o meglio per il pararowing – in collaborazione con la Società canottieri Esperia e con la supervisione di Francesca Grilli.
Se l’attività fisica è fondamentale per il benessere psico-fisico dell’individuo, lo è a maggior ragione per le persone con disabilità, e in particolari con disturbi dello spettro autistico. Lo sport può essere d’aiuto come una vera e propria terapia all’interno dei diversi percorsi riabilitativi: aumenta l’autonomia e la consapevolezza di sé, migliora l’umore, facilita i processi mentali, cognitivi e dinamici, favorisce l’integrazione sociale e offre l’opportunità di interagire e di collegarsi a una rete sociale più ampia.
Gli sport di squadra, come il canottaggio, sono caratterizzati da tre caratteristiche fondamentali: la socializzazione, intesa non solo come la capacità di interagire con gli altri, ma come sforzo comune per il raggiungimento di un risultato; la collaborazione, come scelta di un comportamento che si adatta a tutto quello che fa il gruppo; e l’integrazione, come sentimento di appartenenza del singolo individuo a un tutto.
14 associazioni coinvolte, sette relatori noti a livello nazionale, più di cento collegamenti in streaming: sono i numeri del meeting on line “Il sostegno alla vita adulta: disabilità, malattie rare e complesse”, promosso e organizzato da Federazione Malattie Rare Infantili e Anffas Onlus Torino: la diretta si è tenuta sabato 9 maggio, il sabato successivo – sempre in tempo reale – i relatori hanno offerto la loro seconda lettura sui temi dell’evento. Il video riassuntivo è disponibile sulla pagina Facebook di Anffas Torino.
Il convegno, patrocinato da Regione Piemonte, Città Metropolitana, Ordine dei Medici di Torino, ha approfondito l’importanza del sostegno alla vita adulta nella disabilità e nelle malattie rare e complesse, per portare la voce delle Associazioni in modo corale e l’attenzione verso un problema emergente e urgente tra le famiglie, la politica e il tessuto sociale.
Sono intervenuti Roberto Lala e Silvana Martino, rispettivamente presidente e vicepresidente FMRI; Mauro Torchio, dirigente medico presso AOU Città della Salute di Torino; Franco Garofalo, direttore di pediatria dell’Ospedale degli Infermi di Rivoli; Laura Brean, pediatra dell’ASLTO3; Giancarlo D’Errico, presidente Anffas Torino; Alessandro Parisi, co-founder Cityfriend e referente nazionale Anffas. Nel confronto tra associazioni e politica, moderato da Roberto Lala, sono stati coinvolti Francesca Frediani (5 Stelle), Silvio Magliano (Moderati), Domenico Ravetti (Partito Democratico) e Alessandro Stecco (presidente IV commissione sanità, politiche per anziani, assistenza sociale).
Tanti e complessi i temi emersi. Visto che, come sottolineato da Pericle Farris, “la pandemia ha fatto emergere chiaramente la trasparenza delle persone con disabilità e l’assenza negli organismi di coordinamento di azioni e scelte operative: un atteggiamento inaccettabile alla luce della modernità e dei riferimenti etici e normativi”. “Nella riprogrammazione dell’assistenza della fase due – domanda Guido Barberis dell’associazione Down – oltre alla riapertura dei centri diurni, ci sarà finalmente più spazio per i progetti personalizzati per le persone con disabilità? Costano meno, le persone vivono meglio, le famiglie sono sollevate”. Per riuscirci, bisogna “aumentare le competenze degli operatori socio-sanitari a supporto delle persone con disabilità adulta e oltre, per dare continuità a quanto si fa per l’età pediatrica fino ai 18-20 anni”.
Sulla stessa lunghezza d’onda una denuncia in arrivo dal pubblico, dalla signora Lucia: “È vero che ci vuole tempo per riorganizzarsi, ma i nostri pazienti con malattie rare non ne hanno! Siamo abbandonati da mesi ormai, senza assistenza domiciliare, senza fisioterapia, senza ambulatori, senza terapie.” Di conseguenza la domanda, da un altro spettatore: “Ormai da due mesi sono state interrotte le terapie specialistiche per bimbi e ragazzi con disabilità, con la conseguente regressione nei pazienti. Si prevede di riuscire ad attivare le terapie, anche a casa, sottoponendo gli operatori a test seriologici?”
A tirare le conclusioni è Giancarlo D’Errico: “Abbiamo scelto di utilizzare un nuovo strumento di confronto e devo dire che è andata molto bene, cento persone collegate per una mattina intera testimoniano che c’è voglia di partecipare. Relatori e pubblico hanno posto domande urgenti, perché è quanto mai necessario un nuovo modello di servizio per le persone con disabilità, mandato in corto circuito dal virus. Non ci siamo persi in ragionamenti fumosi – continua il presidente Anffas Torino – ma siamo andati al sodo. Anche la tavola rotonda con i politici è stata proficua, tutti hanno assunto una posizione positiva: hanno dato la loro disponibilità ad affrontare le problematiche riguardanti disabilità e malattie rare in questo difficile contesto, ma hanno fatto anche delle proposte, perché all’emergenza si può rispondere con una modernizzazione dei servizi che porti i suoi frutti anche dopo l’emergenza stessa”.
Si terrà sabato 9 maggio dalle 9 alle 13, in diretta streaming sulla piattaforma GoToMeeting, si terrà l’incontro intitolato “Il sostegno alla vita adulta: disabilità, malattie rare e complesse”, promosso e organizzato da Federazione Malattie Rare Infantili e Anffas Onlus Torino, con la collaborazione di altre 12 associazioni aderenti alla Federazione e patrocinato da Regione Piemonte, Città Metropolitana, Ordine dei Medici di Torino.
Link per partecipare all’incontro: https://global.gotomeeting.com/join/796314461
ID 796-314-461 (da computer, tablet, smartphone)
Si tratta di un seminario di approfondimento sull’importanza del sostegno alla vita adulta nelle malattie e disabilità rare e complesse, per portare la voce delle Associazioni in modo corale e l’attenzione verso un problema emergente e urgente tra le famiglie, la politica e il tessuto sociale.
Tra gli obiettivi, realizzare interventi culturali formativi e informativi rivolti agli esperti sanitari e alle famiglie, rispondere ai bisogni delle persone in ottica transizionale verso il passaggio alla vita adulta, co-progettare e co-programmare i servizi per la riformulazione del sistema assistenziale, costruire progetti individualizzati sulle persone e non solo sulla patologia.
Il dialogo fra relatori e partecipanti sarà consentito dalla piattaforma e mediato dagli organizzatori al fine di garantire il corretto flusso di comunicazione e la chiarezza dei temi trattati.
PROGRAMMA
9.00 Collegamento con relatori e partecipanti
Saluti di apertura
I SESSIONE – “La transizione alla vita adulta nel sistema sanitario e nel territorio”
Moderatore: Dott. Simone Baldovino
9.30 – “Criticità strutturali e organizzative”
Dott. Roberto Lala – Presidente FMRI (Federazione Malattie Rare Infantili)
9.40 – “Emergenza Covid-19 e malattie rare”
Prof.ssa Silvana Martino – Vicepresidente FMRI
Esperienze attive sul territorio
9.50 – “L’ambulatorio Transitional Care dell’Ospedale Molinette di Torino”.
Dott. Mauro Torchio – Dirigente Medico presso AOU Città della Salute e della Scienza di Torino
10.00 – “Un percorso dell’Ospedale di Rivoli dalla pediatria all’età adulta”
Franco Garofalo – Direttore presso la S.C. di Pediatria dell’Ospedale degli Infermi di Rivoli
Paola Sderci – assistente sociale ASL TO3
10.10 – “Il progetto Circle Life”
Angelo Faiella – Vice Presidente Anffas Torino APS
10.20 – “Cityfriend”
Alessandro Parisi, Andrea Panattoni, Luisa Pavesi
10.30 – Break
II SESSIONE – Confronto fra Associazioni e Politica: impegno etico e bene comune
moderatore: Dott. Roberto Lala
10.40 – 12.30
Associazioni – un rappresentante per: FMRI, DOWN, ANFFAS, FISH
Politica – Alessandro Stecco, Sara Zambaia, Silvio Magliano, Domenico Ravetti, Luigi Genesio Icardi, Francesca Frediani
12.30 – 13.00 – Conclusioni e termine evento a cura di Giancarlo D’Errico, Presidente Anffas Onlus Torino
Sede legale e amministrativa:
via Carlo Bossi, 24 – Torino
Tel. 011-3810723
Fax. 011-3810722
e-mail: segreteria@anffas.torino.it
La sede è aperta al pubblico nei seguenti orari:
dal lunedì al giovedì
dalle ore 9.00 alle 13.00 e dalle ore 14.00 alle 17.00
il venerdì
dalle ore 9.00 alle 13.00