Una mattina di festa: riaperti i centri diurni per disabili gestiti da Anffas
Dopo più di quattro mesi con i cancelli chiusi, stamattina sono finalmente riaperti i centri diurni per disabili gestiti da Anffas Torino, associazione di riferimento per le persone con disabilità intellettiva e le loro famiglie, in via Fiesole (dove c’è anche il centro residenziale) e in via De Santis.
La riapertura è avvenuta nel pieno rispetto delle normative di sicurezza: dopo l’approvazione del piano operativo da parte del Comune di Torino, l’ASL ha provveduto, in tempi molto rapidi, a sottoporre al tampone tutti gli operatori e gli utenti. La normativa prevede che ogni stanza ospiti al massimo cinque persone tra personale e utenti; con disabili gravi e gravissimi, il rapporto non può che essere di due operatori per tre utenti (mentre normalmente, in spazi comuni, il rapporto è di un operatore per tre utenti). Nel caso specifico dei CDD gestiti da Anffas, in via Fiesole ci sono 21 persone accreditate ma solo tre stanze, per quanto grandi, quindi possono rientrare al massimo 9 utenti al giorno; in via De Santis invece sono accreditati 14 utenti e le stanze sono cinque, per cui possono rientrare tutti gli utenti, ma si crea un problema di personale.
Questa mattina, in via Fiesole, c’erano anche le telecamere della RAI a riprendere la ripresa delle attività. A partire dalle ore 9 sono arrivati sette utenti, in un clima di entusiasmo collettivo: ragazzi, ragazze e operatori non vedevano l’ora di potersi rivedere (ma non ancora riabbracciare, perché le distanze di sicurezza vanno comunque mantenute).
“Quattro mesi sono lunghi – commenta Giancarlo D’Errico – le famiglie sono contente perché vedono una risposta tangibile alle loro necessità. Riapriamo nel rispetto delle regole di protezione dal virus, che sono quelle definite dal protocollo nazionale dell’Istituto Superiore di Sanità, da noi modulate al servizio. Altre regole derivano dalle risorse disponibili: non tutti potranno frequentare il centro contemporaneamente, bisognerà fare dei turni, ma per i mesi di luglio e agosto riusciremo a garantire la quasi totalità delle richieste”.
Poi il presidente Anffas Torino guarda al futuro: “Mi aspetto che questo mese e mezzo serva per sperimentare nuovi modelli operativi. Mi auguro che possano essere rese disponibili risorse aggiuntive, perché quelle a disposizione sono esaurite dalla nuova organizzazione, dai dispositivi di protezione personale, dal nuovo modello dei trasporti. Non sarà facile, ma non potrà esserci un abbassamento del servizio, altrimenti torniamo indietro di 20 anni rispetto al modello Torino e Piemonte di assistenza delle persone con disabilità. Ci aspettiamo che tutti facciano la loro parte: noi faremo la nostra, anche ci aspettiamo lo stesso impegno fin qui dimostrato da parte di Comune e Regione”.