Centro diurno Anffas in zona Vallette a Torino: una realtà fondamentale in un contesto sociale difficile
Il 1° dicembre, a pochi giorni dalla giornata mondiale sulla disabilità, il giornalista della Stampa Leonardo Di Paco ha intervistato il presidente dell’Anffas Torino APS Giancarlo D’Errico. Il contesto dell’intervista è il centro diurno e residenziale di via Fiesole 15 a Torino, nel quartiere delle Vallette, direttamente gestito mediante la collegata Fondazione Anffas Torino Dignitade. Tra gli argomenti: sostegno e qualità della vita delle persone con disabilità intellettiva e disturbi del neuro sviluppo.
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60 anni di storia e impegno
Il presidente ha ricordato la storia di ormai più di 60 anni dell’associazione. Anffas è abituata ad affrontare sfide quotidiane e trovare soluzioni concrete, dialogando con istituzioni e territorio. L’obiettivo è risolvere le problematiche che pesano sulle famiglie che hanno al loro interno persone con disabilità. Famiglie che hanno trovato nell’associarsi e nell’auto-mutuo aiuto una via per affrontare nel miglior modo possibile la loro difficile situazione.
Centro diurno
Il centro diurno ubicato nella periferia nord è stato creato dalla Città di Torino per rispondere, almeno parzialmente, alle molte necessità. Un luogo dove le persone con disabilità intellettiva e disturbi del neuro sviluppo potessero essere assistite durante il giorno, svolgendo attività volte ad accrescere le loro capacità individuali e la propria vita sociale.
“Territorio difficile, avanti con il nostro impegno”
“Siamo presenti nel quartiere Vallette da 15 anni – ha dichiarato Giancarlo D’Errico – e abbiamo intenzione di rimanerci. Non è un territorio semplice, per diversi motivi. Fra i caseggiati della zona si vivono contesti sociali talmente gravi che difficilmente lasciano spazio alle problematiche del mondo della disabilità. Ma Anffas, come sempre nella sua storia, continuerà a prendersi cura dei propri familiari all’interno del centro mediante il suo personale altamente qualificato. Portiamo così avanti la nostra missione, cercando sempre un dialogo costruttivo e un punto di incontro con il territorio circostante. Perché – conclude il presidente – non vogliamo essere, e non ci consideriamo, un corpo estraneo”.