Copertina del libro "Una specie di scintilla"
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Consiglio letterario – Il mio autismo è una specie di scintilla!

Opera prima di Elle McNicoll, giovane scrittrice scozzese «neurodivergente», come lei stessa si definisce, ovvero con un disturbo dello spettro autistico, “Una specie di scintilla”, arrivato in Italia anche in versione audiolibro. E’ già divenuto un bel “caso editoriale” in Gran Bretagna. «È un romanzo arguto, sincero e pieno di empatia» è stato scritto. «Una storia di grandi ideali, di coraggio e fiducia in se stessi. Nata dalle esperienze dell’Autrice, autistica come la sua protagonista. E dal suo impegno per una maggiore rappresentazione della neurodiversità nei libri per bambini».

Il mio autismo è una specie di scintilla!

Uscito lo scorso anno in Gran Bretagna, A Kind of Spark è un piccolo, grande libro divenuto già un bel “caso editoriale” Oltremanica. Accolto con grande favore da critica e pubblico, nonché già vincitore di alcuni premi. Dall’inizio di aprile è arrivato anche in Italia, tradotto da Sante Bandirali e pubblicato per i tipi di uovonero, con il titolo Una specie di scintilla.

Si tratta dell’opera prima di Elle McNicoll, giovane scrittrice scozzese «neurodivergente», come lei stessa si definisce, ovvero con un disturbo dello spettro autistico. Vive a Londra e dopo essersi laureata in Scrittura Creativa, ha lavorato come libraia, barista, blogger e babysitter, mentre però si divertiva anche a scrivere storie. Dopo avere quindi completato la sua tesi di laurea sulla scarsa rappresentazione dei bambini neurodivergenti, si è stancata della mancanza di inclusività nell’editoria e ha deciso di scrivere lei stessa un libro.

La presentazione editoriale

La storia di Una specie di scintilla è ben raccontata nella presentazione editoriale. «La vita a scuola è dura per Addie, undicenne autistica costretta a combattere ogni giorno contro l’ostilità, la diffidenza e la paura degli altri. Miss Murphy, la sua insegnante, non fa che umiliarla e metterla in imbarazzo. E quella che sembrava la sua unica amica ora le ha voltato le spalle. La sola persona che riesce a capirla nel profondo è Keedie. La sorella maggiore, anche lei con autismo, ma più sicura di sé, e che sa benissimo come aiutarla a sentirsi meglio.

Un giorno, durante una lezione, Addie scopre che in passato, nel suo paesino della Scozia settentrionale, innumerevoli donne furono torturate e condannate a morte in quanto ritenute “streghe”. Sconvolta dalla notizia, capisce che era la loro “diversità” ad essere messa sotto accusa e sente di dover fare qualcosa per riscattarle. Mossa da rabbia e determinazione, porta avanti una campagna di sensibilizzazione per convincere i suoi concittadini a far costruire un memoriale dedicato alle streghe uccise. La sua diventa una vera e propria missione. Una crociata in nome dell’uguaglianza e della verità, perché quando la storia viene dimenticata, è destinata a ripetersi».

«Un romanzo arguto, sincero e pieno di empatia» come è stato scritto. «Una storia di grandi ideali, di coraggio e fiducia in se stessi, che nasce dalle esperienze dell’Autrice, autistica come la sua protagonista. E dal suo impegno per una maggiore rappresentazione della neurodiversità nei libri per bambini».

«Io… sento le cose in modo un po’ più intenso – ha raccontato Elle McNicoll -, i suoni, le immagini… Riesco a sentire senza sforzo la gente per la strada. Riesco a vedere piccoli dettagli nelle cose. Cose che gli altri non vedono. Elaboro le cose in modo diverso. E a volte do un calcio a un sasso sul marciapiede. A volte, però, quando non sono sincere, mi è davvero difficile leggere le facce delle persone. Mio nonno diceva sempre che la gente come me in passato forse non era la più socievole. O la più chiacchierona. Ma mentre tutti gli altri erano intorno al caminetto a spettegolare, noi eravamo fuori a cercare l’elettricità. Ecco cos’è il mio autismo, è una specie di scintilla!».

Per suggerire dunque caldamente la lettura di questo libro, riprendiamo, condividendole, le parole scritte su di esso dalla testata inglese «Times»: «Attraverso la storia di Addie, McNicoll ci ricorda i pregiudizi sulle differenze neurologiche. E li smonta splendidamente perché ci mostra che l’autismo non è qualcosa che si ha, è quello che si è. Una storia di grande cuore che mostra compassione per tutti».

Fonte: www.superando.it

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